Andrea Ferracani, ricercatore presso il Media Integration and Communication Centre dell’Università di Firenze, è il docente del corso di Web Languages and programming II svolto durante il periodo di specializzazione Interactive Environments del Master.
Quali sono gli argomenti trattati durante le lezioni?
Nel secondo modulo del corso Web languages and programming II si affrontano i principi della programmazione asincrona per quanto riguarda i linguaggi client side e le Rich Internet Applications.
In particolare il corso si concentra prima sui fondamenti di javascript ed Ajax (Asynchronous Javascript and XML) e poi, in modo più approfondito, sull’uso di jQuery, una delle librerie Ajax opensource più diffuse e potenti. Gli studenti hanno la possibilità di sperimentare in laboratorio i nuovi paradigmi di interazione offerti da tali tecnlogie e sono in grado, alla fine delle lezioni, di portare a termine lo sviluppo di un plugin jQuery che metta in pratica e renda disponibile a tutti una utility di loro invenzione oppure una loro idea creativa.
Qual è lo stato dell’arte della programmazione per il web?
Se da un lato il web è diventato accessibile a tutti, nel senso che chiunque è un editore e può contribuire alla rete con la propria creatività pubblicando testo semplice, video ed immagini (sui weblogs per esempio o con l’uso di content management systems quali WordPress e Drupal) senza la necessità di dover redigere complicati documenti ipertestuali, dall’altra le cose si sono fatte più complesse per gli addetti ai lavori a causa del proliferare di linguaggi di programmazione client (Flash, Silverlight e le centinaia di librerie Ajax tutte con una sintassi diversa) e server side (Ruby e Python, per esempio, stanno prendendo il sopravvento su PHP su moltissime piattaforme).
Si deve poi tener conto dell’esponenziale crescita della richiesta di nuove modalità di interazione da parte degli utenti e del proliferare dei device mobili e dei touch screen che richiedono sforzi aggiuntivi ai fini dell’accesso multimodale ai contenuti ed ai software. Inoltre gli utenti pretendono ormai applicazioni che diano loro i mezzi per poter costruire in prima persona il web attraverso social networks e CMS che offrano graphic user interfaces semplici da usare ed intuitive (le cosiddette do it yourself applications). E’ evidente che tali strumenti presentano un certo grado di complessità nell’implementazione da parte di programmatori ed interactive designers.
Ma la sfida più attuale di Internet è senza dubbio rappresentata dal web semantico. Di fronte all’enorme quantità di dati presente in rete e continuamente alimentata da milioni di utenti nel mondo, l’esigenza più pressante è quella di creare servizi che permettano ai dati di essere capiti, fruiti, condivisi e riutilizzati trasversalmente da tutte le applicazioni indipendentemente dalle differenze oggettive che li caratterizzano. Speriamo che l’uso di RDF, RDFa, delle ontologie e di frameworks semantici consenta a questo obiettivo di diventare realtà.
Quali sono i progetti a cui sta lavorando?
Attualmente sto lavorando ad alcuni progetti cui partecipiamo come MICC (Media Integration and Communication Center), il centro di ricerca per il quale lavoro. In particolare sto sviluppando interfacce per IM3I: immersive multimedia interfaces, un progetto europeo che prosegue il lavoro svolto per Vidivideo: improving accessibility of videos, appena conclusosi. IM3I ha la finalità di migliorare l’accesso a grandi archivi multimediali offrendo soluzioni avanzate per l’information visualization e funzionalità semplici e naturali di interazione in grado di superare lo scoglio della complessità dell’architettura di una base di dati strutturata semanticamente.
Nell’ambito di tale progetto abbiamo sviluppato alcune applicazioni web in Flex: Pan, un software per l’annotazione manuale e geolocalizzata di concetti all’interno di un video; Daphnis per il content based retrieval di immagini per similarità di colore, images features e tag; Sirio, un motore di ricerca ontology based per un archivio multimediale, che permette di formulare queries complesse con operatori booleani e temporali, ed infine Andromeda, un’applicazione che consente il browsing di un grafo semantico con accesso diretto al materiale video.
Sto inoltre portando avanti altri due progetti in collaborazione con l’Accademia della Crusca: il LIT Lessico dell’Italiano Televisivo (un motore di ricerca ed uno strumento web per la trascrizione del parlato di un repository di video) e, in fase ancora di progettazione, VIVIT (Vivi l’Italiano): si tratta di costituire un archivio digitale integrato su base semantica di materiali didattici, testi e documentazioni iconografiche e multimediali per la conoscenza all’estero del patrimonio linguistico e storico-culturale italiano rivolto agli italiani all’estero di seconda e terza generazione.
Sito personale di Andrea Ferracani: http://www.micc.unifi.it/ferracani.