Francesca Cianniello, motion graphic e video compositor, si è diplomata al Master in Multimedia nell’edizione 2007/2008. Tra i suoi lavori più interessanti il video clip A fine mese del musicista Carmine Torchia. L’abbiamo intervistata.
Buongiorno Francesca, ti puoi presentare e raccontare il tuo percorso dalla laurea fino al Master?
Campana. Classe ’78. Ho studiato Industrial Design. Volevo progettare spremiagrumi e sofà. Ma all’ISIA di Firenze finii con l’appassionarmi alla grafica e al video editing. Dopo la laurea pensai che frequentare il Master in Multimedia fosse la strada segnata. Correva l’anno accademico 2007/2008.
Qual è la tua giornata di lavoro tipica? Ci puoi raccontare il mondo della post milanese?
Lavoro per una piccola società milanese che organizza eventi: sono in produzione video e, all’occorrenza, seguo la messa in onda in evento. Più che altro faccio motion graphic e video compositing: realizzo video istituzionali e video-scenografie per convention aziendali.
La mia giornata lavorativa, strano a dirlo, è assolutamente standard, ancien régime: otto ore al dì. Non occupandomene in senso stretto, del mondo della post produzione milanese, soprattutto della realtà aziendale, posso pronunciarmi poco. Posso solo dire, scomodando ovvietà, che anche il mercato creativo, perciò l’indotto ad esso legato, non attraversa un momento particolarmente brillante. A ogni modo, molti dei colleghi che lavorano come freelance, quelli bravi e che sanno intessere una valida rete di contatti, lavorano tanto.
Uno dei tuoi lavori più interessanti è sicuramente è il video clip A fine mese di Carmine Torchia. Ci puoi raccontare la storia della sua creazione?
A fine mese nasce dalla collaborazione con l’autore Carmine Torchia, conosciuto in occasione del Musicultura Festival di Macerata.
La produzione dell’opera ha richiesto circa due mesi di lavoro diluiti nell’arco della scorsa estate. Trattandosi di un videoclip illustrato, completamente privo di un girato, A fine mese è un minuzioso collage d’immagini, per lo più fotografie provenienti da varie fonti, rielaborate in digitale e combinate mediante compositing. Quasi tutti gli elementi visivi sono stati trattati, con l’ausilio di Photoshop, nell’intento di conferire loro una connotazione pittorica. Taluno conserva, invece e opportunamente, il suo peculiare tratto fotografico, dovendosi rivelare asciutto nel dettaglio.
La tecnica adottata per l’animazione è più vicina alla graphic animation, che generalmente sfrutta materiale grafico non disegnato, che a quella di tipo classico: solo in alcuni punti del videoclip, infatti, v’è la successione di fotogrammi a 12 fps, o addirittura a passo uno.
Il soggetto ricalca abbastanza fedelmente quello del brano musicale: nient’altro che una denuncia all’attuale disagio sociale legato alla crisi economica che ha investito il nostro paese (e non solo). Un trentenne racconta la propria condizione di disoccupato e l’insofferenza che ne deriva.
In larga misura, la narrazione è essenzialmente didascalica, le parole del protagonista, come pure il sotto-testo, sono descritte soprattutto dalla cupezza del luogo ove collocato: una casa disadorna e poco illuminata, circondata da una periferia altrettanto triste e desolata. La metafora del loop, il video che ritorna al punto di partenza, sta ad accrescere il senso di oppressione.
Quali sono gli strumenti e i software che utilizzi quotidianamente nel tuo lavoro?
Fondamentamente lavoro con After Effects, sia per fare compositing che motion graphic, con Photoshop e Illustrator. Per il montaggio c’è Final Cut e tutta la sua famiglia per l’authoring e l’editing audio. Da poco tempo ho iniziato a modellare con Cinema 4D.
Piani per il futuro? Quali sono i tuoi prossimi passi?
Da grande vorrei fare la mecenate, ma pare sian tempi duri. Perciò sarebbe più saggio continuare ad allargare il ventaglio delle competenze professionali, continuare a specializzarsi: mi pare l’unica strategia possibile, laddove il mercato prosegue verso la saturazione e i requisiti richiesti dalle aziende aumentano sempre più.
Mi piacerebbe dedicarmi maggiormente allo studio dell’animazione 3D, che permetterebbe di approcciare meglio al video mapping: ahi quanto a dir qual era è cosa dura […] che nel pensier rinova la paura.
Le tue ispirazioni: ci dai 3 nomi (arte, musica, motion graphic, etc.) che hai visto sempre come dei punti di riferimento?
Questa è la domanda che più mi lusinga e che più imbarazza. Alla quale non so rispondere in maniera secca.
Noi siamo la somma di una serie di stimoli, per altro sempre più numerosi e accelerati: lo sviluppo tecnologico comporta la nascita e la diffusione di tecniche creative sempre più raffinate e accessibili. Oltre alla video-scenografia, guardo molto all’illustrazione e alla street art.
Se proprio devo dare tre nomi, saranno altisonanti: l’llustratore svedese Daniel Egneus, il regista inglese Chris Cunningham, e la nostra Floria Sigismondi.