Il Master in Multimedia coopera con il MICC, un centro di eccellenza nel settore dei nuovi media che dal 2001 ha contribuito alla formazione di nuovi talenti italiani. Proprio da qui Riccardo Giraldi è partito per svolgere uno stage, per poi fondare Officina Creativa e lavorare a Londra, Stoccolma e New York, dove attualmente è direttore creativo di B-Reel. Lo abbiamo intervistato.
Sul tuo sito hai scritto di essere una persona curiosa affamata di creatività e con un forte accento nerd. Come si riflettono nel tuo lavoro queste caratteristiche?
Mi piace combinare design e competenza tecnica. Trovo le due cose imprescindibili nel mio lavoro. La tradizionale distinzione di ruoli che viene fatta fra designer e developer, artista e ingegnere, ha il limite di confinare le persone in scatoline che riducono l’individuo e le sue capacità limitando anche la qualità dei loro progetti.
Cerchiamo di ricostruire il tuo percorso professionale. Dopo l’università ti sei trasferito a Londra.
Ho avuto la fortuna di fare lo stage e preparare la tesi al MICC a Firenze, dove ho incontrato persone eccezionali che mi hanno in qualche modo inspirato e indirizzato a fare quello che ho fatto finora. Il mio lavoro di tesi è stato apprezzato e mi ha aiutato a trovare lavoro a Londra come developer in un fantastico studio chiamato Unit9, fondato fra l’altro da tre fiorentini. Ho avuto la possibilità di lavorare in progetti importanti, per clienti internazionali, dall’America al Giappone. Ma soprattutto ho conosciuto una realtà diversa, ho allargato le vedute e conosciuto tante persone interessanti da tutto il mondo.
Poi hai scelto Stoccolma e poi ancora a Londra. Cosa offre il mercato svedese e quello inglese?
La Svezia è un paese affascinante per tanti motivi. Sono andato con uno spirito di avventura e con la voglia di scoprire la loro società e cultura. Negli anni Stoccolma è diventata un centro di design importante in Europa e nel mondo. A Helpful Strangers lavoravamo comunque a livello internazionale, non ho mai avuto un cliente svedese.
Sono tornato a Londra per tanti motivi, sia personali che professionali. L’inverno a Stoccolma è tremendo, non solo per il freddo, ma soprattutto per la mancanza quasi totale di luce. A quel punto avevo anche il desiderio di poter dire la mia sulla parte creativa del progetto e sull’idea di partenza. Mentre a Stoccolma lavoravo come tech lead, a Londra mi sono unito a Specialmoves come interactive director.
Ho iniziato a fare esperimenti usando nuove tecnologie e concetti di interazione, ma anche lavorare per clienti come Rolex, concentrandomi più sulle idee e user experience e un po’ meno sulla programmazione che rimane comunque una mia passione.
Da Specialmoves mi sono spostato a B-Reel Londra come direttore creativo. È stata una scelta azzeccatissima, ho lavorato in progetti incredibili come Web Lab per Google e ho portato avanti progetti di R&D che mi hanno dato molta soddisfazione.
Attualmente lavori a New York come direttore creativo.
Ad oggi mi occupo soprattutto di ricerca e sviluppo, ideazione e incubazione di startup. Tutto attraverso la lente dell’user experience design. Mi appassiona creare prodotti ed esperienze che non sono mai state fatte prima e che possono aggiungere valore alla vita di tutti i giorni.
Anche se lavori principalmente all’estero hai voluto scommettere sulla creatività italiana con il progetto Officina Creativa: di cosa si tratta?
Officina Creativa è un progetto nato nel 2006 con l’obiettivo di promuovere e sostenere la creatività in tutte le sue forme, spaziando senza limiti dal design all’illustrazione, dalla moda alla fotografia. È una fucina di idee e fonte di contaminazione creativa che è stata frequentata da creativi da tutta Italia.
Ad oggi Officina Creativa si è presa una pausa, visto che tutti i suoi principali collaboratori sono sparpagliati in vari continenti alla conquista del mondo. In un futuro, se ci sarà bisogno, riprenderemo in mano il progetto.
Raccontaci l’ambiente in cui vivi, i tuoi sogni nel cassetto, progetti sui quali ti piacerebbe lavorare…
Penso di essere molto fortunato, vivo un po’ in una bolla, circondato da tante persone talentuose e appassionate. Viaggio molto (moltissimo ultimamente) e conosco tante persone interessanti. Il tutto viene accompagnato da una serie di sacrifici, soprattutto affettivi, importanti e dolorosi che vi risparmio.
Di sogni ed aspirazioni ce ne sono tanti. Vorrei fare tante cose, c’è anche chi mi dice che ne voglio fare troppe per essere felice. Ci sono molti altri paesi in cui vorrei vivere: mi vengono in mente la West Coast, il Giappone, Argentina, Olanda, Danimarca, Nuova Zelanda, Canada, forse Cina. Poi con il tempo ti rendi conto che proprio tutte-tutte non le puoi fare, o meglio, puoi ma ad un costo molto elevato per cui inizi a fare delle scelte.
Vorrei comunque passare un periodo della mia vita in ognuno di quei paesi per assorbirne almeno parte della cultura. Fare un bel viaggio in Argentina, attraversare il da ovest a est il Sud America, tornare in Giappone, perdermi in Asia, finalmente scoprire l’Italia.
Vorrei anche portare avanti una mia startup, studiare industrial design a RSIS, interaction design a CIID, prendermi una bella laurea in fisica e studiare biologia. Imparare lo spagnolo, il francese e il giapponese.
In tutto questo, in realtà, mi rendo conto che vorrei stare in campagna, essere un genitore giovane, e godermi la vita ogni giorno con le persone che amo. Ci sto lavorando…